BIRDWATCHING
Programma escursioni ornitologiche e fotonaturalistiche
Il comprensorio della costa pisana e versiliese offre molteplici opportunità per le escursioni ornitologiche e naturalistiche, grazie ad una elevata biodiversità all’interno di ambienti in gran parte protetti.
Il territorio è infatti caratterizzato dalle “macchie” retrodunali – attualmente trasformate in pinete – con porzioni di bosco mesofilo a caducifoglie (leccio, roverella, farnia, ontano), che si estendono per quasi 30 km da Viareggio (LU) a Livorno. Davanti al bosco è presente una costa sabbiosa per buona parte integra, con rigogliosa vegetazione intradunale. Dietro al bosco, invece, si possono delineare due principali tipologie ambientali: le zone umide (lago e palude di Massaciuccoli) e le aree bonificate e coltivate.
Esaminiamo ogni singolo habitat e vediamo quali possibilità si presentano.
IL MARE E LA COSTA
Grazie alla pescosità delle acque pisane e versiliesi, ed anche alla presenza delle foci di due importanti fiumi (Arno e Serchio), sia le forme di vita marine sia quelle costiere sono presenti in forma massiccia. Da padrone la fanno gli uccelli: in mare Strolaghe, Svassi, Anatre marine, Sule, Berte, Stercorari, Gabbiani, Sterne, Alcidi; sulla costa trampolieri di ogni specie.
Sula (foto Alessio Quaglierini)
Sulla battigia, invece, troveremo molte specie di trampolieri talvolta di una confidenza incredibile (specialmente dopo la riproduzione), quali Corriere grosso Charadrius hiaticula, Piovanello tridattilo Calidris alba, Piovanello pancianera Calidris alpina, Pittima minore Limosa lapponica.
Pittima minore (foto Alessio Quaglierini)
Ma anche coloro che apprezzano osservazioni e foto di paesaggio e delle forme di vita vegetale, potranno soddisfare le loro esigenze, specialmente durante la primavera e l’estate. Ed anche gli estimatori della macrofotografia troveranno specie interessanti tra i fiori, i rettili e gli invertebrati.
IL BOSCO
Sono consigliabili due periodi principali per visitare il bosco, ovvero l’autunno e la primavera. Da giugno a settembre la massiccia presenza di zanzare, tafani e pappataci, impedisce escursioni tranquille. Inoltre, per lunghi periodi, ma specialmente in settembre-ottobre, si sviluppa l’acaro Trombicula autumnalis – localmente chiamato “selvaggiume” – che provoca fastidiosi pruriti e allergie.
Una escursione in novembre-dicembre ci permetterà di osservare un ambiente particolare, quello delle “lame”, nel massimo del suo splendore. Le “lame” sono bassure retrodunali allagate da novembre a marzo, situate tra le paleodune sabbiose – ormai rimaste “intrappolate” all’interno del bosco – alte anche diversi metri. La vegetazione delle “lame” è caratterizzata da bosco mesofilo a querce (roverella e farnia), dal bosco idrofilo a ontano, ma soprattutto dai Cipressi calvi Taxodium distichum, grossi alberi di origine americana dalle radici aeree che spuntano dall’acqua. In pratica sembra di essere nelle Everglades….
Una visita alle “lame”, soprattutto quando le foglie rosse dei Cipressi cadono sull’acqua formando un tappeto dai colori irreali, rappresenta un “must”. Ma anche gli animali ci possono riservare diverse soddisfazioni, a partire dai mammiferi (Cinghiale e Daino), passando agli uccelli (Picchi, Merli, Capinere, Cince, Picchio muratore Sitta europaea, Rampichino Certhia brachydactyla), per finire alle Rane rosse Rana dalmatina e ai Tritoni. Per finire in bellezza, si potranno osservare innumerevoli specie di funghi.
La primavera offre invece le fioriture delle piante acquatiche (tra cui la rara Erba scopina Hottonia palustris), la presenza degli uccelli che arrivano nelle “lame” (Germano reale, Tuffetto, Gallinella d’acqua), nel bosco (Martin pescatore, Scricciolo, Usignolo) e nelle radure (Gruccione), gli Anfibi che si fanno più visibili.
LE AREE BONIFICATE E COLTIVATE
Ghiandaia marina (foto Alessio Quaglierini)
Pendolino (foto Alessio Quaglierini)
Ritenute a torto povere di forme di vita, le aree coltivate sono invece habitat molto interessanti. Sono gli ambienti nei quali uccelli, rettili, anfibi e invertebrati sono più visibili e – di conseguenza – fotografabili. In definitiva, si tratta di bonifiche che originano da paludi, quindi il fatto che siano localizzate in zone depresse (talvolta sotto il livello del mare) e dal substrato torboso determina l’affermazione – soprattutto nelle aree temporaneamente incolte – di habitat “ecotonali”, ovvero di transizione tra vari ambienti, in questo caso tra l’ambiente acquatico e quello terrestre. Nelle Bonifiche di Massarosa (LU), Vecchiano (PI), Coltano (PI) e Tombolo (PI), vi sono forse più specie di uccelli che nelle aree contigue, ritenute – a torto – più “pregiate”. Un elenco degli uccelli facilmente visibili in tutti i periodi dell’anno occuperebbe troppo spazio, ma sono sicuramente da citare varie specie di Aironi, di Rapaci (anche rarità come l’Aquila minore Aquila pennata, l’Aquila anatraia maggiore Aquila clanga, il Lanario Falco biarmicus), la Gru Grus grus, la Ghiandaia marina Coracias garrulus, l’Upupa Upupa epops e i numerosi Passeriformi delle aree aperte (Allodole, Ballerine e simili, Turdidi, Beccamoschino Cisticola juncidis, etc.).
La vicinanza con le aree palustri permette poi osservazioni di specie acquatiche, come il Falco di palude, vari trampolieri, Cannaiole e Cannareccioni. Una passeggiata sull’argine del lago di Massaciuccoli, tra le cannelle da una parte e i campi dall’altra, ci permetterà di osservare contemporaneamente Pendolini e Cutrettole, Migliarini di palude e Saltimpali, e via dicendo.
LE ZONE UMIDE
Nel comprensorio pisano-versiliese vi sono molte zone umide delle tipologie più disparate, dalla vasca con acqua profonda, alla palude, al “chiaro”. Ma su tutte spicca la palude del Massaciuccoli (LU-PI), visitabile con soddisfazione da marzo ad agosto compresi. Non che il periodo invernale sia da meno, ma le specie proprie della brutta stagione sono osservabili anche nelle bonifiche contigue.
Le tipologie di visita sono almeno tre: a piedi lungo gli argini, in barcone (nel caso di gruppi di media-grande entità) lungo i canali principali, in barchino (nel caso di piccoli gruppi o singoli) nel folto della palude. Con le prime due tipologie di escursione si possono già ottenere risultati soddisfacenti, osservando specie come il Falco di palude Circus aeruginosus e l’Airone rosso Ardea purpurea, ma l’escursione in barchino è tutta un’altra cosa. Si potranno esplorare anche i recessi più nascosti della palude, scoprendo gli uccelli meno visibili come il Tarabusino Ixobrychus minutus, la Schiribilla Porzana parva, il Forapaglie castagnolo Acrocephalus melanopogon, la Salciaiola Locustella luscinioides, il Basettino Panurus biarmicus.
Airone rosso (foto Alessio Quaglierini)
Da luglio in poi, quando il livello dell’acqua diminuisce e solamente i “chiari” rimangono allagati, una visita nella palude permette di osservare molte specie di trampolieri e di Aironi e simili.
In questo periodo aumentano le possibilità di fotografare fiori e piante estremamente rare e di importanza nazionale, come l’Ibisco palustre e la pianta carnivora Drosera rotundifolia.
LE COLLINE
L’ultimo ambiente, quello meno esteso, ma non certo quello da “snobbare”, è la collina calcarea.
Qui gli animali più interessanti sono quelli legati alle cave di roccia dismesse. Tra gli uccelli sono ben visibili – soprattutto in inverno e primavera – sia specie ormai sedentarie come il Pellegrino Falco peregrinus e il Passero solitario Monticola solitarius, sia specie svernanti tipiche di alta montagna, come il Sordone Prunella collaris, il Picchio muraiolo Tichodroma muraria e lo Zigolo muciatto Emberiza cia.
In primavera potremo osservare anche le innumerevoli fioriture, soprattutto delle numerose Orchidee e del localizzato e raro Iris nano.
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